una cucina che isipira a Courmayeur :: €85 - 150 per menù degustazione
Articolo di Valentina Pellicorio e Shane Eaton
La cena al Petit Royal restaurant, nella suggestiva cornice di una sera d’estate a Courmayeur, può considerarsi senza dubbio un’esperienza enogastronomica, un viaggio alla scoperta di sapori e colori, che non cessano di regalare sorprese fino all’ultima portata.
La scelta di una cena composta da una selezione di portate proposte dallo chef Paolo Griffa (che si trovano all’interno dei diversi temi del menù Declinazioni), ha dato vita ad un percorso che ci ha condotti dalla Valle d’Aosta al Giappone, dal mare alla montagna, in un viaggio itinerante in cui i protagonisti non conoscono mai la destinazione successiva. Come se questo non bastasse, è bene sottolineare anche la presenza di alcuni compagni di viaggio; un personale di sala, Veronica Scanziani e Vadim Vasilevschi, disponibile e divertente, che assume con giocosa disinvoltura il ruolo di guida ai vini, alle materie prime e ai piatti proposti dallo chef.
L’amuse-bouche è senz’altro sufficiente a creare grandi aspettative per la cena. Si viene letteralmente travolti da forme geometriche di ogni tipo su cui sono, elegantemente, sistemati i diversi assaggi. L’ alternanza di colori, profumi e consistenze, diverte la bocca e accende i sensi. Astice alla catalana, mojito in burro di cacao e gel yuzu, taco al carbone, churro al curry rosa… il viaggio è decisamente cominciato!
Prima portata, terrina di nukazuke con verdure pickled e foglie di stagione, da gustare sorseggiando brodo dashi. Forse più di ogni altro, questo piatto rivela l’importanza della ricerca di materie prime e prodotti di altissima qualità, così come di tecniche e preparazioni in grado di dare vita a sapori sempre nuovi. Questa ricerca costante, motivata da grande passione, può costituire l’essenza stessa di un piatto, in grado di colpire con la sua semplicità, perfettamente in linea con stile e pensiero nipponici.
In transizione tra etnie lontane e sapori locali, messata di cervo marinata nel caffè e miso con chips di topinambur e insalata. Cosparsa da una neve di acqua al pomodoro che riporta dolcemente il pensiero ai paesaggi montani circostanti.
Per il commensale, ormai divenuto viaggiatore itinerante, è tempo di rifare i bagagli. Profumo di salsedine. Cannellone di spaghetti Felicetti al nero di seppia, capasanta, spuma di patata, porri e cozze, caviale Naccari Calvisius, chips di corallo. Questo piatto ha una potenza cromatica tutta sua: un perfetto cilindro nero e lucido, con le sue forme sinuose brilla di luce propria. Impossibile smettere di guardarlo. Già al primo assaggio, questo spaghetto è una coccola. È spensierato e ha il sapore del mare, insomma sa d’estate. Senza accorgercene, stiamo sorridendo.
La cena prosegue in un tripudio di colori, piatti a base di faraona e trota salmonata, protagoniste rispettivamente di un omaggio ai colori giallo e verde.
Giunti all’epilogo, pervasi da quel meraviglioso stato quiescente che il buon cibo sa regalare, si attende un dessert a completamento di una cena sorprendente. Nulla fa presagire che il dolce diverrà un’esperienza nell’esperienza. Il picnic in Val Ferret è un dessert ricchissimo, goloso, decisamente per tutti i gusti, una storia divertente di un pomeriggio tra i monti. Il frangipane caldo ai mirtilli merita una menzione particolare. Delizioso.
Ponendosi ad un livello di valutazione complessiva, è doveroso riconoscere allo chef Paolo Griffa e alla sua brigata di cucina (Nicolò Talpo, Titti Traina, Luca Invernizzi, Bryan Veneziano), oltre ai sensazionali piatti proposti, uno sforzo che sembra emergere durante tutto il corso della cena. Sebbene i piatti facciano ricorso sotto diversi aspetti a tecniche innovative, conservano, nell’aspetto e nei sapori, un rapporto leale e diretto con la natura e i suoi elementi. Anche l’influenza esercitata da altre culture trova una naturale affinità con il territorio, e viene reinterpretata in uno stile del tutto personale. C’è un allure particolare nei piatti di Paolo Griffa, che senza dubbio possiedono la capacità di divertire, di emozionare.
Un ringraziamento speciale a Véronique Enderlin di Les Enderlin per averci fatto scorpire questo posto magico.